Al centro di una regione ancora sconosciuta dai turisti (il Doukkala), El Jadida è destinata a diventare quanto prima una destinazione di punta del turismo marocchino. Conquistata nel 1500 dai Portoghesi, che la scelsero come area strategica per i loro commerci, la regione del Doukkala fu in seguito territorio arabo (che diedero a El Jadida il suo nome attuale), fino al più recente protettorato francese. Nel 1956 la città ridivenne definitivamente El Jadida, riguadagnando l'indipendenza. La città è stata iscritta dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità.
Passeggiare sul lungomare e inoltarsi nelle stradine della località se fatto con qualche accorgimento puo' essere un'ottimo modo di avvicinare il quotidiano di questa cittadina alle porte di Casablanca. La medina è ben conservata e offre occasioni particolari di sperimentare un'immersione di folklore cittadino. Curiosità da manifestare con prudenza, tuttavia: benché più abituati al turismo di qualche anno fa, gli abitanti non amano particolarmente essere oggetto di foto. Troverete la stessa reazione nella medina di Casablanca. Se siete donne, per una passeggiata senza continui fastidi vi consigliamo di uscire accompagnate.
Chiamata prima "El Jadida", (la nuova) dagli arabi, poi "Mazagan" dai portoghesi, la città conserva un una cinta muraria in ottimo stato, risalente alla dominazione lusitana. Fra gli edifici di questo periodo ancora visitabili rientrano la cisterna, la fortezza di Mazagan e la chiesa dell'Assunzione: sono tutti e tre in stile manuelino (il tardo gotico portoghese). La fortezza è una delle principali testimonianze in Africa occidentale delle rotte verso l'India percorse dagli esploratori portoghesi.
Non pensate troppo: tenete gli occhi aperti, per immergervi nell'architettura della città e... non perdervi nel nugolo di strade della medina. E se proprio avete voglia di rilassarvi, entrate in un bar (impossibile vederci una donna) e ordinate una bevanda del posto: la gente del posto non mancherà in accoglienza...
Di salire in taxi senza conoscere almeno la zona di destinazione. Esistono due tipologie di taxi: quelli gialli (più piccoli), che non possono uscire dalle "mura" cittadine, e i taxi più grandi, destinati al trasporto verso la periferia. Questi ultimi sono spesso gestiti da persone non più giovani, che parlano solo arabo. Quanto alle tariffe, conviene contrattare prima della partenza; di norma, il prezzo è accettabile.
Il pesce, se mangiato nei posti giusti, è ottimo. Fatevi consigliare una buona "trattoria" (luoghi molto familiari dove il pesce viene cotto direttamente alla griglia): i prezzi sono contenuti e la qualità del cibo non vi deluderà. Evitate i vini (il Marocco non è il miglior indirizzo) ma non dimenticate i dolci: glassati o più semplici, non saprete alzarvi da tavola...
La legge vieta di importare o esportare dirhal, quindi fate ben attenzione a non averne più in tasca al momento di ripartire. L'artigianato marocchino è un'esplosione di colori e motivi che vi affascineranno: dalle produzioni in pelle, ai caratteristici "pouf", alla bigiotteria, non avrete difficoltà a trovare qualcosa che piaccia a voi o ai vostri cari. E se avete apprezzato gli abiti femminili, sappiate che i mercati coperti vendono i caratteristici kaftan: da indossare nelle grandi occasioni!