A Reggio Emilia la qualità della vità è molto buono, grazie ad un insieme favorevole di fattori. Infatti, la buona aria della Pianura Padana, l'ospitalità della gente e le superbe specialità gastronomiche locali accolgono subito i visitatori, che, tra i negozietti e gli antichi atelier dell'animata via Emilia, non tardano a sentirsi a loro agio.
Reggio Emilia nacque in età romana come presidio e difesa della via Emilia, famosa strada del commercio romano fatta costruire dal console Marco Emilio Lepido che collegava Rimini a Piacenza. Per evitare continue imboscate dei Celti lungo il tragitto, insicuro e paludoso, si decise di creare un presidio stabile e sicuro, ove potessero pernottare militari e civili: così nacque Reggio.
In epoca moderna, la città reggiana passò più volte sotto il dominio delle grandi signorie della zona lombarda e emiliana, i Gonzaga, i Visconti e gli Estensi. Nel 1512 Reggio passò prima nelle mani del duca d'Urbino e poi di papa Giulio II. Entrata nell'orbita pontificia, la sovranità passò prima a Leone X e poi ad Adriano VI. Con la morte di Adriano VI, nel 1523 la città ritornò agli Estensi con Alfonso I, che fu accolto da gloriosi festeggiamenti. La signoria Estense continuò senza interruzioni fino all'anno 1702, quando la città e il territorio furono occupati dai francesi e dagli spagnoli e più tardi (1733-34) anche dagli imperiali per la guerra di successione.
Durante l'età napoleonica, di particolare importanza fu il congresso tenuto a Reggio (27 dicembre 1796-9 gennaio 1797), in i delegati delle città di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio proclamarono la Repubblica Cispadana "una e indivisibile" e decretando l'aspetto dello stendardo o bandiera cispadana, il primo tricolore verde, bianco, rosso (con i colori disposti a bande orizzontali).
Dopo la formazione del Regno d'Italia, a Reggio si installò una forte presenza politicasocialista, che avrebbe contrassegnato per più di un secolo la vita della zona reggiana. Lo scoppio della Prima guerra mondiale accelerò il processo di sviluppo del settore industriale sia per l'attività bellica sia nella preparazione di manodopera, ma con la fine della guerra la predominanza socialista iniziò a trovare un forte avversario nel fascismo, che trovò grandi consenti tra la piccola borghesia commerciale e i grandi latifondisti.
A partire dal 1943, il territorio reggiano diviene luogo di formazione di bande partigiane, con molte rappresaglie e morti tra tedeschi e resistenti. Finita la guerra, le prime elezioni del 1946 videro subito il predominio del PCI (Partito Comunista Italiano). Il clima del dopoguerra fu però funestato da numerosi omicidi politici da parte di comunisti nei confronti di avversari politici o di ecclesiastici.
Il 7 luglio 1960, nel corso di una manifestazione sindacale, cinque operai reggiani, furono uccisi dalle forze dell'ordine nella purtroppo famosa strage di Reggio Emilia. La strage fu l'apice di un periodo di alta tensione in tutta l'Italia, successivo alla formazione del monocolore governo democristiano presieduto da Tambroni, con il determinante appoggio esterno dell'MSI. L'allora Presidente del Consiglio, Fernando Tambroni, diede libertà di aprire il fuoco in "situazioni di emergenza", come avvenne in diverse parti d'Italia, compreso l'increscioso episodio reggiano.
Reggio Emilia è una delle città italiane che maggiormente sono legate al teatro, grazie alla scuola di scenografi teatrali sviluppatasi a partire dal XVII secolo. In questa città nacque anche Ludovico Ariosto, indimenticato autore de L'Orlando Furioso. Se capitate nel capoluogo reggiano e siete amanti del teatro, non potete non recarvi almeno per una sera in uno dei due centri della prosa più celebri della città, il Teatro municipale e il vicino Teatro Ariosto.
Per chi vuole mantenersi in forma, il consiglio è quello di recarsi presso la pista ciclopedonale del Crostolo. Si tratta di un percorso di circa 7 km che costeggia il torrente Crostolo e che offre a sportivi o semplici appassionati uno splendido percorso verde alle porte della città, dove poter passeggiare, fare jogging o andare in bicicletta.
Chi ama l'acqua, ma non vuole spostarsi verso il mare, troverà il refrigerio cercato ad Aquatico, il parco d'acqua di Reggio Emilia, che diventerà di certo utile nelle afose giornate di canicola estiva. Per gli amanti del golf, invece, il consiglio è quello di ivolgersi al Golf Club Matilde di Canossa, dove è anche presente una Spa per la cura e il benessere del corpo.
In piazza Prampolini, detta anche Piazza Grande, si erge la cattedrale di Santa Maria Assunta conosciuta anche come il Duomo di Reggio, costruita nel XI secolo in stile romanico e rimaneggiata in epoche successive. Tra i dipinti conservati all'interno della chiesa, l' Assunzione di Maria Vergine con San Pietro e San Girolamo realizzata dal Guercino.
Da Piazza Grande, attraverso un passaggio parzialmente coperto da volte e in stile vagamente orientale, il porticato del Broletto, si arriva a Piazza Piccola o piazza San Prospero, molto frequentata e amata dagli abitanti, anche perché due volte a settimana qui si tiene il mercato. I turisti apprezzeranno la chiesa settecentesca e il campanile rinascimentale di Giulio Romano. Piccola chicca della città è il Museo del Tricolore, dove è conservata la prima originale bandiera italiana, progettata da un ingegnere reggiano, Ludovico Bolognini.
Situata a circa 30 km da Reggio Emilia, Brescello rappresenta un luogo imprescindibile per tutti gli amanti del film vintage italiano. Nel piccolo comune reggiano, infatti, sono ambientati e furono girati i film di Don Camillo, tratti dai romanzi di Giovannino Guareschi. Se volete immergervi nell'atmosfera socialista e contadina degli anni'50, quando furono girati i film con protagonisti Fernandel e Gino Cervi, una visita a Brescello non può mancare!
La cucina reggiana è particolarmente ricca e saporita, come del resto si confà a tutta la cucina emiliana. Reggio Emilia è uno dei principali centri di produzione del parmigiano e, in modo particolare, del marchio DOP Parmigiano Reggiano, una delle specialità più amate e, purtroppo, anche imitate del mondo. Tra i primi la scelta è molto varia: il formato di pasta più diffuso del territorio reggiano è il cappelletto, solitamente ripieni di formaggio e cucinati nel brodo di pollo o cappone. L'altra grande specialità locale sono i tortelli verdi, ripieni di spinaci e bietole e conditi con un pezzo di burro, prima di essere cosparsi con del Parmigiano Reggiano invecchiato.
Reggio Emilia è anche conosciuta per i suoi dolci, come la zuppa inglese e il biscione reggiano. Il primo è un dolce al cucchiaio riempito di crema pasticciera su una base di savoiardi imbevuti di liquore, solitamente alchermes. Il secondo è il tipico dolce natalizio della città reggiana. Composto da mandorle e canditi, viene prodotto in forma di serpente o anche di drago con le fauci aperte e può anche essere piuttosto lungo. In superficie viene ricoperto di meringa, che deve mantenere una consistenza friabile.
Il mercato del contadino di Reggio Emilia di Piazza Fontanesi è uno dei migliori dell'Emilia, per trovare prodotti contadini freschi e genuini, nel pieno profilo del biologico. Il re è, ovviamente, l'onnipresente maiale, del quale viene utilizzata praticamente qualunque parte e che potrete trovare ad ottimi prezzi, ma tanti altri prodotti possono essere acquistati a prezzi vantaggiosi. Se volete portarvi a casa del prosciutto crudo oppure del Parmigiano Reggiano questo è il luogo che fa al caso vostro.