Situata sulla riva del Po, proprio all'incrocio tra le antiche vie Flaminia e via Postumia, Piacenza è storicamente stata un centrale punto di passaggio per mercanti, guerrieri, pellegrini e artisti. La città raggiunse il suo massimo splendore nel '500, quando i Farnese ne fecero la capitale del Ducato di Parma e Piacenza. Numerosi sono i lasciti della dinastia sul territorio cittadino, primo fra tutti il Palazzo Farnese, una tappa obbligata per viene a Piacenza. I palazzi di origine aristocratica e borghese, con bellissimi giardini, sono numerosi, tanto che la Piacenza potrebbe essere definita una "città di palazzi" come nessun altro centro della Pianura Padana.
Nel 1858 Piacenza si guadagnò un secondo soprannome, quello di "città primogenita d'Italia". Infatti, dopo l'allontanamento delle truppe austriache dalla città, gli abitanti chiesero l'annessione al nascente Regno di Sardegna, in nuce quello che sarebbe poi diventato dopo pochi anni il Regno d'Italia. Fu lo stesso sovrano sabaudo, Vittorio Emanuele II, a proclamare il 14 maggio 1858 Piacenza la Primogenita dell'Unità d'Italia, titolo del quale i piacentini si vantano ancora oggi.
Una delle attrazioni principali di Piacenza e dalla sua provincia è data dai Colli piacentini, storica area di produzione vinicola dell'Appennino, fin dall'epoca romana. In questa splendida zona di colline e vigneti si dipanano i 150 km della strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini, per la scoperta della storia, del territorio e delle tradizioni enogastronomiche piacentine. Riguardo a queste ultime, la scelta è molto vasta, tra i numerosi antipasti, i saporiti primi e i sostanziosi secondi, senza dimenticare i dolci. D'altra parte, la strada percorre i vigneti locali, dunque largo ai vini locali come denominazione di origine controllata, come il Gutturnio, il Monterosso, il Trebbianino e la Malvasia.
Uno dei monumenti più conosciuti e visitati della città piacentina è il Palazzo Farnese, fatto erigere nel 1558 per volere di Margherita d'Austria, all'epoca moglie di Ottavio Farnese. L'immenso complesso non fu, tuttavia, terminato e quanto se ne vede oggi è la metà del progetto iniziale. Si tratta di un gigantesco "incompiuto" costituito da tre piani, che si sviluppa fra sale decorate, musei e una pinacoteca, che ospita, tra gli altri, un dipinto di Botticelli.
Nella Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi troverete una nutrita collezione di opere d'arte contemporanea, contenente oltre settecento opere di artisti dall'Ottocento ad oggi, tra cui importanti lavori dei macchiaioli toscani e di Antonio Fontanesi. Non va neppure scordato il Collegio Alberoni, dotato di un osservatorio e di un museo delle scienze naturali. Tra il susseguirsi di arazzi fiamminghi della Galleria Alberoni, che ospita un'importante e pinacoteca, ecco emergere il celebre Ecce homo di Antonello da Messina, capolavoro dell'arte rinascimentale.
Piacenza è la città emiliana con il clima più continentale, per cui possiamo consigliarvi di non andare a visitare territorio piacentino in pieno inverno. La vicinanza della città con il fiume Po determina una forte umidità durante tutta l'anno: d'inverno la nebbia si presenta in misura costante, mentre d'estate le condizioni meteorologiche sono quelle di un'afa opprimente.
La cucina piacentina, come gran parte delle altre emiliane, è una sostanziosa e abbondante, ricca di condimenti e sughi saporiti. Il tradizionale antipasto piacentino è composto da coppa, pancetta e salame, solitamente accompagnati da riccioli di burro o da alimenti sott'olio. Piacenza ha una grande quantità di primi piatti e, caso non comune nella seppur ricchissima cucina emiliana, anche una buona tradizione nei secondi.
Il formato di pasta tipico del piacentino è rappresentato dagli anolini, dalle antiche origini e solitamente preparato per la Vigilia di Natale. Sono dei tortelli a forma di mezzaluna ripieni di carne di manzo e cotti a lungo in un brodo di carne, meglio se di cappone. Molto conosciuti sono anche i pisarei e fasö, gnocchetti di farina e pangrattato conditi con un sostanzioso sugo a base di fagioli, lardo, burro e abbondante pomodoro.
Tra i secondi, trova largo spazio la carne equina, diversamente dal resto dell'Emilia-Romagna, dove domina il maiale. Tra le specialità piacentine a base di cavallo, la pìcula 'd caval (carne equina cotta in umido e accompagnata da peperoni e polenta) e la faldìa (una sottilissima cotoletta impanata e fritta nel burro). Tra gli altri piatti di carne spicca su tutti lo stracotto alla piacentina, manzo cotto in umido insieme ad aromi e vino.