Bellissima, pittoresca ed impressionante. Questi gli aggettivi utilizzati per descrivere Matera ne Il Cristo si è fermato a Eboli di Primo Levi. Incastrata tra la Gravina del Parco della Murgia - "in quel precipizio è Matera" - la città lucana, con i suoi vicoli bianchi, brilla di una luce che le è valsa l'appellativo di "Piccola Gerusalemme". Portata in auge, turisticamente parlando, dal tesoro storico-architettonico dei suoi Sassi, quella che era la "vergogna d'Italia" è su tutte le bocche.
Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. I francesi li adorano, i sudamericani anche - figli diretti dell'immigrazione che fuggì la povertà della zona - gli italiani li guardano sospirando. Perché la città troglodita si erge a picco della Gravina, presentando un paesaggio da precipizio infernale con il suo Sasso Caveoso e con gli spuntoni della Madonna dell'Idris. "In quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade". Si stenta a credere che un presepe del genere sia rimasto ignorato tanto a lungo.
E sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. Separati dalla collina della Civita, che culmina con la piazza del Duomo e del Sedile, i due Sassi si distinguono tra Caveoso e Barisano. Un intreccio di vicoli, scalinate, case grotte e vicinati, che si snodano in un reticolato irregolare, irrazionale e labirintico in cui il bianco degli intonaci si mescola al grigio della pietra calcarea. È qui che Matera appare, "come un muro obbliquo", alzando gli occhi.
La maggior parte degli hotel materani sono situati nei Sassi oppure sulla collina della Civita. Alloggiare al di fuori di queste zone implica perdere l'atmosfera particolare del suo centro storico. Un peccato.