Inaugurato una quindicina di anni fa (la nostra visita risale al marzo del 2011) e rinnovato in parte nel 2010, il Temple Point prende il nome dai resti di un'antica moschea risalente al 1498 che spunta tra la vegetazione nei pressi della spiaggia.
Varcato il cancello d'entrata e percorso un piccolo tratto asfaltato, i clienti sono accolti sotto il grande makuti della reception. Arredato sui toni scuri del legno, con dipinti murari ed elementi d'arte locale, in un'architettura le cui linee arabeggianti suggeriscono l'aderenza allo stile di Lamu, l'ampio spazio si articola su due piani: al piano terra, oltre alla reception, si trovano il bar principale e il ristorante a buffet delle pensioni, oltre alla sala tv e ad alcuni angoli relax, il primo piano è occupato da un lounge tranquillo, arredato con divani e tavolini, da cui i clienti amano a volte guardare il tramonto.
Il makuti principale si apre su una terrazza panoramica affacciata sul Mida Creek in cui trova posto la piscina principale dell'hotel. Attorniata da lettini e da alcuni ombrelloni di paglia e affiancata da un bar, è anche il luogo in cui l'animazione svolge la maggior parte delle sue attività.
Per riservarsi momenti di calma e relax, meglio optare per la seconda piscina, la silent pool, o per l'attigua vasca idromassaggio, situate in un angolo più intimo del resort. I clienti vi troveranno anche un terzo bar.
Sono molte, soprattutto consideratane la generale penuria nella maggior parte delle strutture da noi visitate a Malindi e Watamu, le infrastrutture dedicate allo sport: i clienti potranno cimentarsi nel tiro con l'arco, giocare a polo, a beach volley, organizzare partite di bocce o di tennis, divertirsi con le freccette, il biliardo o le carte, oltre che allenarsi nella palestra.
Non manca un angolo consacrato al relax, un centro benessere dotato di due sale massaggi e un menù con diversi tipi di trattamenti, anche estetici.