Sono 3.5 gli ettari di terreno all'interno dei quali il tris di colori tipico della costa keniota si mescola nel formare un insieme esotico e riposante: il bianco degli edifici a due piani dal tradizionale tetto in makuti, il verde degli alberi e il rosa acceso delle bougainville si stagliano sull'azzurro pulito del cielo lungo la strada polverosa che, attraversando tutto il resort, conduce alla reception. Qui, un mix di stili, che unisce la pietra al legno, tele africane a forme a tratti arabeggianti, accoglie gli ospiti con placida tranquillità. Alte colonne sorreggono la struttura in makuti del soffitto e lasciano libero lo sguardo sulla piscina, il bar e il ristorante, allestito su una terrazza al primo piano.
Durante la nostra visita, nel marzo del 2011, abbiamo appreso però che l'hotel stava per cambiare proprietà e che dunque a partire dalla successiva stagione estiva ci sarebbero stati importanti cambiamenti, non soltanto a livello strutturale ma anche e soprattutto per quanto riguarda l'accoglienza dei clienti e il concetto stesso della loro vacanza. L'idea di resort si sta avvicinando sempre più a quella di campeggio, ci spiega il futuro direttore dell'hotel. Quello che la nuova proprietà intende fare, dunque, è ricondurre l'idea di villaggio turistico piuttosto verso quella di hotel.
Dal punto di vista strutturale, la piscina, a dire il vero un po' piccolina al momento della nostra visita, diventerà più grande, e il giardino sarà rifatto.