La storia del Capofaro è una storia che comincia dalla terra, dai vigneti, dalla malvasia, per diventare in un secondo tempo anche un'esperienza alberghiera. Il nuovo assetto della struttura risale al 2004, al termine di una totale rinnovazione che ha portato il precedente villaggio turistico a diventare il solo cinque stelle dell'isola di Salina e l'azienda vinicola a produrre un vino di qualità, con metodi innovativi, che prevedono, tra le altre cose, l'appassimento dell'uva non al sole come d'abitudine, ma in magazzino sotto grandi ventilatori, creando così una bevanda dal sapore più delicato.
Fautrice di questa trasformazione vincente è la famiglia Tasca D'Almerita, che ha acquistato il terreno proprio perché interessata alla coltura del vino.
Il risultato è una struttura in cui enologia e accoglienza si intrecciano in un incontro riuscito, dove l'estiva immobilità dei vigneti si mescola alla tranquilla lentezza della vacanza e il cicalare dei campi diventa l'unica colonna sonora di un soggiorno dedicato al riposo, visto che qui, come dice il direttore, si vende "relax e silenzio".
Gli spazi dell'hotel si snocciolano con parsimonia lungo un unico vialetto asfaltato in tanti edifici bianchi dalla tipica forma rettangolare delle abitazioni mediterranee. La reception, la zona del ristorante, del bar e della piscina, la Club House (un grande salotto dove rilassarsi o leggere un libro), il casottino a picco sul mare per i massaggi, tutti gli ambienti sono allestiti con un arredamento minimale ma sempre di classe, che privilegia il bianco e le forme semplici arricchiti da alcuni dettagli studiati con eleganza, come le originali composizioni floreali affidate a un'impiegata assunta appositamente.