L'hotel si sviluppa in un continuo di marmi e nell'omaggio costante al marmo rosso. Intimo eppur possente, il St. Regis conserva all'ingresso i lampadari originali, che affianca con alcune produzioni di Murano: la lobby è uno spazio unico, anticipato dalle due scalinate che all'ingresso salgono ai piani superiori.
All'epoca, questi erano dedicati agli ospiti di riguardo, e i corridoi ampi testimoniano ancora di quei tempi, in cui il galateo imponeva che le dame non si sfiorassero incrociandosi al passaggio.
L'impressione, calcolata dall'arredo alla déco, è di trovarsi all'interno di una residenza privata. Tutto vi parla della capitale: dalle sculture di Gianni Manganelli all'antica libreria, le immagini ritornano a Roma e alle sue bellezze, zona dopo zona.
Ricco, lo stile gioca sull'accordo di materiali freddi e caldi, sul rosso del marmo, le linee del parquet chiaro e lo stacco delle porte bianche, il seguito dei tappeti al centro dei corridoi. Dei due ascensori, solo il più recente arriva fino all'ultimo piano: l'altro, di storica presenza, raggiunge il penultimo.
L'ultimo tocco viene dal Salone Ritz, frutto di un intervento successivo fatto nel rispetto dello stile originario: splendente di marmi e riflessi, e decorato con motivi di caccia, viene proposto per serate speciali (ricevimenti, Capodanno, occasioni).
L'hotel ha allestito anche un centro spa: situato in via degli Avignonesi (nelle immediate vicinanze della Fontana di Trevi), completa il servizio massaggi e l'area palestra della sede principale. Oltre ai trattamenti in stile thailandese , la direzione è fiera di proporre il "massaggio St. Regis", di invenzione del centro stesso.