Sorvegliato notte e giorno da un personale preposto, il cancello d'entrata si apre su uno spiazzo adibito a parcheggio che si conclude, a destra, sull'edificio della reception. Dalla sua struttura si riconoscono subito i caratteri distintivi dell'architettura di tutto il resort: immancabili tetti in makuti e migliaia di pietre grezze intassate l'una sull'altra nel dare forma a mura e colonne.
Tutto è aperto, tutto è arioso, ma allo stesso tempo, come preannuncia il significato del suo nome swahili, "all'ombra", l'hotel offre spazi ombrosi in cui sfuggire al soffocante caldo africano. Una volta oltrepassata la reception, infatti, si ci ritrova sotto la regolare geometria del tetto in makuti nell'ampia sala riservata al bar, dove il legno massiccio dei divani si colora delle tinte di soffici cuscini e si affianca a sedie e statue in stile africano in un ambiente fresco e rilassato.
La visuale è lasciata aperta sulle forme sinuose della piscina, circondata da un bagnasciuga di grosse lastre di pietra e da una fila disordinata di palme e alberi corallo che sfilano tra l'effimera sabbiolina di una terrazza addobbata a spiaggia e il mare.