In un gioco, che adoriamo, di tinte complementari, forme design e una raffinata semplicità la sala del ristorante accoglie i suoi ospiti a colazione, pranzo e cena per un'esperienza culinaria che oseremmo definire colta, perché basata su scelte accurate e coscienti. La maggior parte degli ingredienti sono scelti con cura tra i prodotti locali e biologici, la carne proviene da allevamenti nei dintorni, il formaggio è rigorosamente di malga. Un'eccezione viene fatta per il pesce, sempre fresco di giornata, presente nel menù pur non facendo parte della tradizione culinaria della zona. Dopo gli ingredienti, il secondo elemento fondamentale nella cucina dello Chalet Dolce Vita è il tempo. Quello che manca alle coppie e alle famiglie ospiti i cuochi lo trascorrono tra i fornelli per preparare dei piatti dalla cottura lenta, che in casa ormai non si cucinano quasi più, per lavorare il pane e la pasta fatti in casa, per far cuocere le torte e i biscotti serviti a colazione o come dessert.
Nel menù, ogni giorno dedicato a un alpinista diverso, è sempre presente una scelta di piatti vegetariani, elemento su cui il Dolce Vita sta puntando molto, in un quasi rivoluzionario contrasto con la gastronomia proposta in genere nei ristoranti di Campiglio, molto incentrata sulla carne. Ogni settimana si sceglie un ingrediente intorno al quale ruota il menù natura, dedicato per esempio, al momento della nostra visita, alla quinoa, cucinata in vari modi e con vari abbinamenti.
Cannolo d'alta quota, tartar di cervo servito in pasta fillo con salsa alla mela, risotto all'astice, alcuni dei piatti in menù, innaffiati da vini soprattutto locali, ricercati tra le piccole cantine, in una carta in cui non manca un riassunto dell'enologia dei vini italiani e alcune etichette internazionali, soprattutto francesi, cilene e australiane.