In un territorio ormai martoriato e con parte del prezioso patrimonio storico-artistico andato perduto a causa della guerra, molti tendono ad evitare di programmare vacanze in Medio Oriente. Certo è comprensibile, nelle zone ad alto rischio. L'estrema difficoltà nell'attraversare le frontiere con l'Iraq, alcune importanti norme da seguire in tema di abbigliamento e comportamento in genere, per non parlare dell'oggettivo pericolo che si corre in determinate zone, convincono molti turisti a rimandare il viaggio a tempi più tranquilli. Non dimentichiamo però che in questi territori sono custoditi tesori artistici di incalcolabile valore. E che, prima o poi, un viaggio tra Turchia, Iraq e Iran si dovrebbe fare, se si vuole conoscere l'affascinante cultura che l'antica Via Reale di Persia attraversa.
Quello che si sa sul tragitto della Via Reale di Persia è stato ricostruito soprattutto grazie agli scritti di Erodoto. Siccome la Via non segue né il persorso più breve, né il percorso più facile per raggiungere i grandi centri dell'impero persiano, si pensa che in realtà alcuni tratti, in particolare quelli più occidentali, siano stati costruiti dagli assiri. Ai tempi di Dario I di Persia invece risalgono le modifiche e il miglioramento delle strade, che le hanno conferito l'aspetto che conosciamo oggi. I tratti più orientali, quelli che attraversano il nord dell'Iran, si ricollegano alla celeberrima Via della Seta.
Era una via di comunicazione molto sfruttata, lunga più di 3000 chilomentri, in cui si trovavano molte stazioni per il cambio dei cavalli, che permettevano ai corrieri di raggiungere tempi di spostamento rapidissimi. La Via Reale di Persia aveva il suo punto di origine nella città di Sardi (Turchia) e arrivava nella città di Susa (Iran).
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