Uluru, vincono gli aborigeni: dal 2019 stop alle scalate del monte sacro
Veronica Murgia
Dopo anni di dure proteste, finalmente gli aborigeni australiani hanno vinto la loro battaglia per rendere la montagna Uluru (conosciuta anche come Ayers Rock) inaccessibile per i turisti.
Oggi, grazie all'attività incessante di diverse organizzazioni di aborigeni, finalmente é passata la legge che vieterà, a partire dal 2019, di salire in cima a Uluru e di scalarne le pareti.
Si tratta di una grande vittoria, non solo per l'Australia, ma per il mondo intero. Finalmente si restituisce dignità a questo luogo prezioso e sacro, che racconta la storia dell'uomo, e che merita di essere protetto e rispettato come tale.
Ecco quindi, che da diversi anni, alcune agenzie turistiche che proprongono la visita al monolite, suggeriscono ai propri avventori di visitare il sito in maniera più rispettosa delle antiche tradizioni locali, invitandoli ad ammirare la montagna dal basso (con diversi percorsi di trekking), evitando quindi la scalata.
Anche perché arrivare in cima ad Uluru é tutt'altro che facile!
Da quando il sito é stato iscritto nella lista del Patrimonio UNESCO(1994), il numero di visitatori é cresciuto di anno in anno in maniera esponenziale, tanto che sulla parete meno scoscesa é stata installata quella che si potrebbe definire una "via ferrata", per facilitare la scalata alla cima della montagna.
Peccato che, a livello di sicurezza essa non sia affatto suffeciente: sono già 35 le persone che hanno perso la vita durante l'escursione nel corso degli anni, mentre ogni hanno si registrano incidenti più o meno gravi.
In più, i turisti che giungono fino a qui, sono, nella maggiorparte dei casi, del tutto impreparati ad affrontare la salita, colpa anche delle brochure promozionali che definiscono il trekking una "passeggiata", quando invece si tratta di un percorso impegnativo oltre che pericoloso ( a quanto pare non é raro vedere gente in infradito o sandaletti).
La roccia di cui é composta Uluru é infatti tanto antica da essere praticamente liscia: vento e acqua hanno erosa la pietra creando una montagna spettacolare da ammirare, ma pericolosa da scalare.
É facile immaginare perché i tour operator si sono opposti con tutte le loro forze alle azioni di protesta dei nativi, considerando le cifre esorbitanti che i turisti sono disposti a sborsare pur di esser condotti in mezzo al deserto australiano per ammirare questa meraviglia della natura. Uluru é infatti il monolite più grande al mondo, con i suoi 9,4 km di circonferenza e i 350 mt di altezza; la sua scalata scatena emozioni da brivido.
Peccato che per gli aborigeni questo sia un luogo sacro, e vedere giornalmente centinaia di turisti arrampicarsi sulle sue pendici, susciti in loro una certa, comprensibile, collera; anche perché, come si può facilmente immaginare, la presenza di tutte quelle persone comporta anche un certo impatto sull'ambiente.
Inutili anche i cartelli che gli aborigeni hanno installato ai piedi della montagna, dove si spiegano le ragioni della loro protesta, e si invitano i turisti dal desistere dal voler intraprendere la scalata della montagna sacra.