Emilia Romagna, ad ogni città le sua specialità: cosa vedere e mangiare in 6 tappe
Ivana Fanelli
L'Emilia Romagna, una regione costituita da numerose città d'arte, dalla storia millenaria, dalle tradizioni tramandate di generazione in generazione, così come le ricette locali con le decine di varianti a seconda delle usanze famigliari e del periodo di creazione. Perfetta per i golosi, per i palati sopraffini, ma anche per chi ama una cucina povera, dai sapori primitivi, tutti pronti a partire per un viaggio alla scoperta delle prelibatezze culinarie di una delle regioni più ricche d'Italia.
Capoluogo dell'Emilia Romagna, sede della più antica Università del mondo occidentale, famosa per le sue torri, i portici Patrimonio dell'Unesco e il centro storico fra i più estesi d'Italia, Bologna non ha bisogno di altre presentazioni. Soprannominata "la grassa", uno dei suoi pilastri culinari è sicuramente la mortadella, insaccato di suino dal colore rosa chiaro, disponibile in tante forme e varietà, la più comune con pepe e pistacchi. Fondamentale sulle tavole bolognesi è la pasta: esclusivamente fatta in casa, con farina di grano tenero e uova dal guscio scuro e dai tuorli colorati per garantirne la caratteristica doratura, la pasta all'uovo è declinata in tutte le sue forme, o ripiena come i tortellini, i cappelletti e gli anolini, o asciutta come le famose tagliatelle da condire con sugo, tartufo o l'immancabile ragù bolognese, a base di polpa di manzo macinata, soffritta nell'olio evo e sfumata con vino bianco. Ma la regina della pasta all'uovo è la lasagna: grossi rettangoli di pasta, alternati a ragù, besciamella e parmigiano per un piatto da leccarsi i baffi.
Costruita lungo la via Emilia, antica strada romana voluta dal console Marco Emilio Lepido, e riconosciuta ufficialmente come la patria del Tricolore italiano, Reggio Emilia, insieme con Parma, è l'unica città a poter rivendicare l'autenticità del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, due formaggi protagonisti delle tavole nazionali e internazionali. Vittime del loro successo, sono probabilmente i formaggi più copiati del mondo, quindi, prima di tagliarli con il tipico coltello a mandorla, bisogna assicurarsi della presenza del marchio DOP, che ne garantisce la qualità. Non dimenticate di completare questa degustazione con un buon bicchiere di Lambrusco Reggiano, un vino rosso dolce, perfetto per accompagnare questo tipo di formaggi a pasta dura.
Antica città universitaria e arcivescovile, sede di una storica e importante Accademia Militare, Modena racchiude un inestimabile patrimonio artistico e culturale, con diversi luoghi d'interesse protetti dall'Unesco, come la Piazza Grande e il Duomo con il suo imponente campanile soprannominato la Ghirlandina. Strettamente legato a questo territorio e alle sue tradizioni, ambasciatore internazionale della cucina italiana, è l'aceto balsamico di Modena, il versatile condimento che può accompagnare piatti salati come arrosti e insalata, ma anche dolci, come fragole e gelato. Per conoscere i retroscena di questo prodotto che ha reso Modena famosa in tutto il mondo, non resta che visitare le numerose acetaie aperte al pubblico. Inoltre, se avete voglia di dolce, siete nella città giusta, poiché lì vengono prodotti dei deliziosi pasticcini a base di mandorle, gli Amaretti di Modena. Croccanti e friabili all'esterno, morbidi e fragranti all'interno, ogni pasticcere tramanda una ricetta famigliare e secolare, tutte accomunate dalle mandorle, dal miele e dagli albumi rigorosamente montati a neve.
4. Ferrara e i cappellacci di zucca
Grazie alla nobile famiglia degli Estensi, Ferrara ha sempre rappresentato nei secoli un'importante centro politico, artistico e culturale, con un modello urbano che ha suscitato l'interesse dell'Unesco, dapprima per il suo centro storico e, in seguito, per le ricche residenze dei duchi d'Este nel Delta del Po, soprannominate le Delizie estensi. Antichi quanto gli edifici storici, i cappellacci di zucca, o "caplaz", richiamano la forma del cappello di paglia dei contadini e sono una prelibatezza da assaggiare almeno una volta nella vita. Ma Ferrara è nota soprattutto per i suoi prodotti da forno, come la coppia ferrarese, costituita da due panetti di pane intrecciati con orletti e ricami, e la brazadela, ciambella schiacciata e senza buco che si gusta tradizionalmente "pucciandola" in un bicchiere di vino.
5. Forlì-Cesena e la piadina romagnola
La provincia di Forlì-Cesena è uno scrigno di valore inestimabile che racchiude innumerevoli abbazie, basiliche, castelli, rocche e parchi archeologici e culturali, a testimonianza della ricchezza della storia e del passato di questo territorio. Le antiche tradizioni di queste città si ritrovano anche in ambito culinario, con una particolare ricetta risalente alla notte dei tempi: la piadina romagnola. Le decine di varianti esistenti la vedono spessa e soffice a Cesena e Ravenna, più sottile e più grande nel riminese, mentre a Forlì esiste una variante popolare chiamata "piadina della Madonna del fuoco", preparata per la festa della Santa Patrona della città e dal particolare profumo di anice. La piadina romagnola è farcita tradizionalmente con prosciutto crudo, rucola e squacquerone, un formaggio locale ad elevato tenore di acqua, chiamato così perché si "squaglia" in bocca.
Capitale Italiana della Cultura per l'anno 2020, patria natale di Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini, e detentrice del titolo "Città Creativa UNESCO per la Gastronomia", la città di Parma non poteva non ricavarsi un posto nell'itinerario del gusto di questa regione. Può essere definita la patria dei salumi, e sicuramente il portabandiera è il prosciutto di Parma DOP, prodotto con la coscia del suino, un po' di sale e tanto tempo, il tutto suggellato dal venticello delle colline parmensi che ne permette la stagionatura. Da provare, inoltre, sono la coppa di Parma, il culatello di Zibello e il salame felino, tutti ottimi ingredienti per condire una buona piadina, la star delle estati romagnole.