Da nord a sud, un viaggio alla scoperta delle spettacolari Oasi WWF italiane
Ivana Fanelli
Il nostro Bel Paese gode di un eccezionale patrimonio naturalistico che il WWF ha deciso di tutelare, creando Oasi e Riserve Naturali il cui scopo è di proteggere la flora, la fauna e alcuni paesaggi naturali tra i più sorprendenti a livello nazionale e internazionale. Questo viaggio da nord a sud nelle Oasi meno conosciute della penisola italiana sarà all'insegna della salvaguardia di bellezze naturali e specie in via d'estinzione, il tutto nella meravigliosa cornice dei paesaggi naturali italiani.
Nel Golfo di Trieste, ai piedi del Promontorio e del Castello di Miramare, l'Oasi è stata creata nel 1973 e, in soli cinquant'anni, è diventata un vero e proprio scrigno di biodiversità marino-costiera che vanta diversi record come quello di essere la prima area marina protetta in Italia e la prima oasi marina del WWF. Situata nel cuore di una Riserva di Biosfera tutelata dall'Unesco, l'Oasi di Miramare presenta fondali rocciosi poco profondi abitati dalla bavosa pavone, fondali sabbiosi e fangosi, colonizzati dalle stelle marine e dai più grandi molluschi del Mediterraneo, la Pinna nobilis, e scogliere popolate da saraghi e spugne canne d'organo. Tutti questi ambienti sono visitabili via terra, ma anche via mare grazie alle escursioni di snorkeling e seawatching organizzate dal WWF.
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Oasi di Valtrigona, Trento
Situata ad un'altitudine che varia tra i 1.600 e i 2.200 metri di altitudine, l'Oasi di Valtrigona fa parte della catena montuosa del Lagorai, nella Valsugana, in provincia di Trento, ed è una delle pochissime oasi protette dell'arco alpino. Al suo interno, attraversando dense foreste di larici, pini, ginepri e rododendri, è possibile incrociare mammiferi tipici dell'ambiente montano, come cervi, caprioli, camosci, marmotte, donnole, scoiattoli e lepri alpine. Seguendo il Sentiero Natura, accompagnati da una grande varietà di anfibi, rettili e uccelli, si raggiunge il pittoresco laghetto di Agnelezza, che deve le sue origini all'epoca delle glaciazioni.
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Laguna di Orbetello, Grosseto
Istituita nei primi anni '70, l'Oasi di Orbetello è presto diventata una zona umida di importanza internazionale grazie alla sorprendente presenza di una colonia nidificante di cavaliere d'Italia, un uccello acquatico considerato estinto nel nostro Paese dall'inizio del Novecento. Estesa per oltre 850 ettari, la laguna è abitata da volpi, tassi ed istrici ma, trovandosi nel mezzo delle rotte migratorie, gli avvistamenti più interessanti riguardano magnifici uccelli come aironi e fenicotteri dai colori variopinti, reperibili dalle piattaforme di bird-watching messe a disposizione dal WWF. Contrapposta alla laguna salmastra è la costa, interamente ricoperta da una lussureggiante macchia mediterranea.
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Oasi di Lago Secco, Rieti
Acquisita dal WWF nel 1989, l'oasi di Lago Secco è solcata da una fitta rete di incantevoli ruscelli, rivoli, sorgenti, torbiere, laghetti e specchi d'acqua che formano un ambiente rarissimo nel bel mezzo degli Appennini. Al centro dell'Oasi, protetta anche dalla Riserva del Parco Nazionale del Gran Sasso, si trovano il Lago Secco e il Lago della Selva a circa 1.500 metri di altitudine, dove sopravvivono delle specie di anfibi risalenti all'epoca delle glaciazioni quaternarie, come il tritone alpino e la rana temporaria. Tra i mammiferi, è possibile osservare il tasso, il capriolo, il gatto selvatico, il lupo e l'orso mentre, tra gli uccelli, si possono avvistare la maestosa aquila reale e il falco pellegrino.
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Oasi Gole del Sagittario, L'Aquila
Grazie alla sua notevole estensione di 450 ettari, l'Oasi racchiude ambienti molto diversi tra di loro: quello principale è costituito dalle spettacolari gole calcaree scavate dal Fiume Sagittario con un'impressionante azione erosiva durata milioni di anni; a circa 700 metri di quota si trova il fondovalle con il bosco mesofilo e, con picchi di 1.500 metri di altitudine, si trovano le praterie primarie e la faggeta. Se la fauna è composta dalle tipiche specie appenniniche quali orso bruno, lupo, aquila reale, picchio muraiolo e la rara lepre italica, la flora è impressionante con la presenza di varietà endemiche come l'efedra dei Nebrodi, e il fiordaliso del Sagittario, a rischio di estinzione in Italia.
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Riserva Naturale Cratere degli Astroni, Napoli
Inserita nell'area vulcanica dei Campi Flegrei, la Riserva Cratere degli Astroni è una delle più particolari in Italia, grazie alla sua ubicazione nel cratere di un vulcano spento, uno dei più grandi e meglio conservati della zona protetta tra Pozzuoli e Napoli. Generato circa 4.000 anni fa da numerose eruzioni, il fondo del cratere, zona ad elevata umidità, cela tra le sue pareti diversi ambienti tra i quali un bosco secolare, tre laghi vulcanici con canneti e giuncheti, alcuni rilievi e una parete di lava. Sull'orlo del cratere, invece, più arido ed esposto al sole, prosperano il mirto, il lentisco e la macchia mediterranea, in cui vivono ghiri, ricci, donnole, talpe e volpi.
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Oasi Bosco Pantano di Policoro, Matera
Inserita in una più vasta Riserva Naturale Regionale dalla notevole estensione di 1200 ettari, l'Oasi WWF di Policoro tutela solo un piccolo tratto costiero di 21 ettari che costituisce uno degli ultimi boschi costieri allagati in Italia. Il principale punto di interesse dell'Oasi è la riproduzione della tartaruga marina comune, della lontra e della foca monaca, ma è anche importantissima la presenza di oltre 2.000 specie di invertebrati e 170 specie di uccelli che trovano un habitat perfetto nella foresta planiziaria allagata, a contatto con mare, boschi, acquitrini e dune sabbiose.
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Oasi di Guardiaregia-Campochiaro, Campobasso
Una tra le oasi più grandi e più selvagge del WWF, l'Oasi di Guardiaregia-Campochiaro è conosciuta e tutelata per la sua varietà di paesaggi carsici, tra cui il canyon del torrente Quirino, la cascata di San Nicola e le grotte di Pozzo della Neve e Cul di Bove, che sono considerate tra i più profondi abissi europei. Le foreste dei valloni e le secolari faggete sono perlopiù abitate da cinghiali, lupi, scoiattoli e dalla salamandrina dagli occhiali, un anfibio endemico che vive solo in una zona precisa degli Appennini. I visitatori possono, inoltre, apprezzare la presenza del picchio rosso maggiore, del merlo acquaiolo e della polissena, una delle farfalle più belle e colorate d'Italia.
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Oasi di Monte Arcosu, Cagliari
Esteso per ben 3.700 ettari, il complesso forestale Monte Arcosu è di fatto la foresta di macchia mediterranea più grande del Mediterraneo. Le sue valli scoscese, gli impetuosi torrenti e l'imponente monte a forma di arco costituiscono l'habitat ideale del cervo sardo, salvato dall'estinzione proprio in questa Oasi, negli anni '80. Accanto all'interessantissima fauna e avifauna, uno dei principali centri di interesse della Riserva è la caratteristica vegetazione, composta da leccio, sughera, erica, mirto, tasso e ben 46 varietà endemiche, tra cui alcune molto rare. Veri e propri fiori all'occhiello sono le 20 specie di orchidee selvatiche e la vasta gamma di funghi.
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Riserva Capo Rama, Palermo
Situata su un'alta falesia calcarea in uno dei tratti più suggestivi della costa siciliana, la Riserva di Capo Rama racchiude un paesaggio naturalistico dei più sorprendenti con alte coste frastagliate, promontori panoramici e antiche insenature e grotte, ricche di fossili risalenti al Triassico e resti di gasteropodi marini e coralli. La vegetazione è largamente dominata da specie mediterranee come il finocchio di mare, il papavero cornuto, il giunco pungente, la violaciocca selvatica e un'ampia macchia a palma nana; mentre la fauna è quella tipica degli ambienti costieri e comprende lucertole, rondini, pipistrelli e numerosi insetti come la mantide religiosa e i lepidotteri.
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