Inizialmente sotto il controllo dell'Impero Romano, l'Algeria venne cristianizzata nel II secolo. Nel VIII secolo fu invasa dagli Arabi, che ne trasformarono radicalmente la cultura, diffondendo la propria lingua e la religione islamica. A inizio del 1500 le terre algerine, diventate soggette all'impero ottomano, iniziarono un processo di rafforzamento della propria identità culturale, finora indivisibile da Tunisia e Marocco.
Nel 1830 le truppe francesi sbarcarono in Algeria, che riuscirono a colonizzare dopo trent' anni di combattimenti e rivolte. Il legame con il Paese colonizzatore fu sempre molto stretto, tanto che venne concessa la cittadinanza francese a gran parte degli abitanti e che nel 1947 l'Algeria venne parificata al territorio metropolitano francese.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, i movimenti indipendentisti andarono accentuandosi, fino al raggiungimento dell'indipendenza, nel 1962. La vita politica del Paese fu caratterizzata fin dall'inizio da contrasti violenti, che negli anni Novanta raggiunsero le dimensioni di una guerra civile. Nel 2010-2012 l'insoddisfazione politica e l'aumento dei prezzi dei generi di base causarono una serie di proteste violente. Episodi di sequestro e attacchi terroristici rendono tutt'ora pericoloso il viaggio in alcune zone algerine, in particolare nelle regioni confinanti con Mali, Niger, Libia e Mauritania e nelle province di Djanet, Illizi e Tamanrasset.
Da segnalare: l'artigianato berbero, quello dei Tuareg del Sahara. Borse, tappeti, gioielli, ceramiche, bauli in legno, portakajal in argento. Ma anche mantelline, oggetti in vimini, terracotta, mobili finemente intagliati, abiti in pelle, vassoi in rame e rose di sabbia.
Ad Algeri e nelle grandi città, si trovano degli ottimi ristoranti di cucina algerina, francese o italiana. Negli stabilimenti balneari lungo il litorale si cucinano deliziosi piatti di pesce. Nel Sud, la scelta è più limitata. Il menù classico comprende una portata leggera, un'insalata o una zuppa di legumi (chorba), un primo piatto di couscous, tajine, méchoui oppure polpette di agnello o vitello (kebab), macedonia di frutta o dolci come dessert. Le bevande alcoliche si servono soltanto nei grandi ristoranti e alberghi. L'Algeria produce dei buoni vini rossi o rosati come il Sidi Brahim, il Medea, le Mansourah e il Mascara.
Il venerdì è un giorno festivo in Algeria mentre negozi e uffici amministrativi sono aperti la domenica.
Al di fuori delle località turistiche evitate di scattare foto oppure chiedete l'autorizzazione. Se ottenete un rifiuto, non insistete.
Rispettate usi, costumi e norme abitualmente in vigore nei paesi musulmani, soprattutto nel modo di vestire e di comportarvi, evitando un atteggiamento troppo provocante. Rispettate i luoghi di culto.
In arabo non si usa dare del lei o del voi, ed è questa la ragione per cui gli algerini si rivolgeranno a voi dandovi del tu. Viceversa, rivolgetevi loro dando del lei o del voi.
Se incontrate una persona che conoscete o che avete già incontrato, ponetevi in modo molto educato. Non esitate a chiedere informazioni riguardo la sua salute e quella di suoi familiari.
Infine, è poco corretto rifiutare un bicchiere di tè alla menta, qualora vi venga offerto.
Attualmente, sembra ancora prematuro programmarvi un soggiorno. Se dovete partire, affidatevi a un tour operator esperto. Air Algérie assicura il collegamento Parigi-Djanet o Parigi-Tamanrasset, con scalo obbligatorio ad Algeri e correipondenze aeree il giorno stesso o in nottata. La compagnia Point Afrique noleggia voli in direzione delle città del sud. Munitevi di una valida assicurazione (alcuni contratti escludono le zone a rischio come l'Algeria) e un budget adeguato (circa 60 euro; al giorno, escluso il volo).
DA VEDERE.L'Algeria, il più grande Stato africano, è coperta per il 90% dal Sahara. Tra i suoi confini sorgono numerosi siti archeologici, tra cui Tassili n'Ajjer, il sito preistorico più famoso dell'Algeria, le cui pareti sono ricoperte da pitture rupestri e incisioni, Al Qal'a di Beni Hammad, antica roccaforte musulmana, e Djémila o Cuicul, dove si trovano i resti di una città romana. Algeri, costituita da una distesa di case bianche, ospita la Kasbah, una cittadella araba con moschee, palazzi e fortificazioni.
TIMGADNulla può prepararci alla vista che ci si spalanca davanti agli occhi nel momento in cui si giunge a Timad. Nelle montagne Aures ad una quarantina di 40 km da Batna, si trova questo esempio di architettura romana antica e patrimonio mondiale dell'unesco fondata intorno al 100 a.C. sotto l'imperatore traiano. La città è stata originalmente fondata come colonia militare con i suoi bastoni in difesa dai berberi. Timgad è stata dimenticata dalla storia intorno all'VIII secolo e rimase tale fino a che gli archeologi non la ritrovarono nel 1881.
PARCO NAZIONALE BELEZMASituato a a circa 25 km a nord ovest di Batna, il parco nazionale belezma copre un'area di oltre 262 km quadrati. Il parco è la casa di oltre 300 specie di animali di cui una sessantina a rischio estinzione e 440 diverse piante.
LA VALLE DEL M'ZABNel cuore del Sahara, 600 km a sud di Algeri, la valle di M'zab è caratterizzata da cinque villaggi fortificati, con delle torri d'osservazione che danno su una vallata ricca di palmeti e acqua. Il fascino di M'Zab è anche dovuto agli antichi edifici e alle tecnologie utilizzati dai locali, spesso risalenti a migliaia di anni fa. Quest'oasi, difficile da raggiungere e ben difesa dalle sue mura, custodisce gelosamente una cultura millenara che non deve sparire.
DJEMILAOriginariamente nota come Cuicul, Djemila è un piccolo villaggio sulle montagne algerine. Il turismo ha raggiunto questo luogo non solo per la meravigliosa collezione di manufatti berbero-romani che ospita, ma anche per come l'architettura imperiale si sia fusa con l'ambiente naturale circostante. Diversamente da molte città romane presenti in Europa, Djemila fu completamente abbandonata, e questo ha permesso un sostanziale congelamento della sua evoluzione urbanistica, dandoci oggi un'idea precisa di come dovesse apparire un villaggio romano antico.